sabato 16 febbraio 2013

Se il boss Cutolo parlasse? Denise avrebbe un padre da ricordare


Più informazioni su: 41 bis, Camorra, Giovanni Falcone, Napoli, Paolo Borsellino, Raffaele Cutolo, Ricostruzione, Stragi del '93, Terremoto, Trattativa Stato-Mafia.

E’ un uomo anziano. Le sue condizioni di salute sono precarie. E’ detenuto in carcere dal 1982 e sottoposto da 14 anni al regime del 41 bis. Il suo nome o i suoi soprannomi “Don Raffaè” oppure “’O professor” rievocano un stagione di sangue e violenze, una delle più buie nella storia dellacriminalità organizzata del nostro paese.
Inventore e capo della Nco, la nuova camorra organizzata, che negli anni Ottanta e per la prima volta costrinse i mafiosi di Cosa Nostra a scendere a patti. Il padrino Cutolo diventa il centro di intrighi e trattative. I vertici dello Stato, i rappresentanti dei partiti di governo, i servizi segreti, gli emissari del Vaticano pendono dalle sue labbra. Il democristiano Ciro Cirillo, potenteassessore regionale della Campania all’Urbanistica viene rapito dalle Br. Siamo nel 1981 nel post terremoto. Lo Stato libera l’assessore grazie a “Don Raffaè”. Così non fu con il rapimento di Aldo Moro. Le trattative tra Stato e mafie portano dentro di sé segreti inconfessabili. Ci si costruisce attorno verità di comodo o istituzionali basate su depistaggi e bugie di Stato. Un esempio? Le stragidei giudici Falcone e Borsellino e in epoca lontana quella di Portella della Ginestra. Chiariamo: il boss Raffaele Cutolo deve marcire in cella. Non è vendetta. E’ giustizia sacrosanta per le tante vittime innocenti che il suo disegno criminale ha mietuto. Ne vorrei citare solo una che vale per tutte:Marcello Torre, democristiano onesto, eletto sindaco di Pagani ad agosto e ucciso per ordine di Raffaele Cutolo l’11 dicembre del 1980.
In mezzo il sisma del 23 novembre e il business della ricostruzione. Dispiace dirlo ma Torre andava ammazzato: serviva per educare tutti gli amministratori che un “terremoto” non significa sciagura ma affari e potere. L’omicidio Torre – dopo anni – non è stato ancora risolto: chi furono i mandanti politici ? E’ una domanda ridondante e ossessiva che percorre nelle diverse latitudini e longitudini la storia italiana. Raffaele Cutolo ha rappresentato il monopolio della violenza. Ma chi decideva? Chi stilava i progetti? Chi disegnava gli scenari del potere per il potere? E’ il dubbio che mi assilla: perché a distanza di tanti anni quando Cutolo biascica una mezza parola di troppo oppure si abbandona a un ricordo e impunemente lo confida si scatena la psicosi? Ci sono mondi che cominciano a fibrillare? Ci sono reazioni inaspettate? Quali segreti custodisce “’O professor” che ancora – a distanza di molti anni – potrebbero mettere nei guai politici, strutture dello Stato e zone grigie? L’ultimo episodio di cronaca mi ha fatto riflettere: “Don Raffaè” dal carcere di Chieti in un colloquio esorta una sua nipote a rivolgersi all’onorevole Luigi Cesaro, (ricandidato al Parlamento dal Pdl) perché adesso è potente e può risolvere i problemi. Un favore che l’uomo politico non può negargli perché da giovane era il suo avvocato e a volte gli faceva anche da autista. Insomma un potenziale ricattato. Un rappresentante delle istituzioni che teme i rigurgiti di un passato che non passa. Soprattutto lo stesso Ciro Cirillo oggi 93enne non accenna mai a fatti legati al nome del boss Cutolo. Risponde sempre di altro.
Solo una volta disse: “La mia assicurazione sulla vita sono quei quaranta fogli che ho lasciato nella cassaforte del mio notaio, prima o poi, torneranno utili”. La butto li. Sarebbe bello che Denise, unica erede dell’ex capo della camorra, nata sei anni fa, grazie all’inseminazione artificiale, avesse un padre da ricordare. Gli spiegherebbero: cara Denise tuo padre ha fatto tanto male, ha ucciso persone innocenti e con esse le vite dei loro familiari, ha gestito un potere intriso di sangue, ha commesso cose atroci. Però quando sei nata tu, lui ha capito cosa significava davvero la parola “vita” ed ha cominciato a collaborare con lo Stato. Le sue verità hanno contribuito a guarire le viscere malate del nostro paese. Denise chiedilo a tuo padre: “Aiutami a vivere in un paese che non ha paura delle verità”.
fonte: il fatto quotidiano

domenica 10 febbraio 2013

NUOVO CENTRODESTRA ORGANIZZATO - RAFFAELE CUTOLO SI “RICORDA” DI GIGGINO CESARO E SUL PDL RIESPLODE LA BUFERA-IMPRESENTABILI - IL BOSS DEI BOSS ALLA NIPOTE, CHE SI LAMENTA DEL FRATELLO DISOCCUPATO: “DICI A ZIA ROSETTA DI PARLARNE CON CESARO” - ALFANO, CALDORO E LA CARFAGNA AVEVANO PUNTATO SU GIGGINO ’A PURPETTA PER FAR FUORI COSENTINO - ROTONDI INCONTRA EMISSARI AMERICANI E HA IN SERBO DOCUMENTI CONTRO L’INGRATO SILVIO…


Carlo Tarallo per Dagospia
E ora che si fa? Niente! La parola d'ordine è "minimizzare, glissare, lasciar passare". Ma la frittata è fatta: da ieri sera Luigi Cesaro, numero due della lista del Pdl in Campania1, è un po' meno "presentabile" di prima. L'inchiesta "podistica" di Claudio Pappaianni, andata in onda a Servizio Pubblico, ha rivelato il contenuto di un'intercettazione ambientale del 2011 nel carcere di Terni. Raffaele Cutolo, boss indiscusso della Nuova Camorra Organizzata, in galera da 30 anni, parla con sua nipote. La donna gli riferisce delle difficoltà del nipote del boss, Raffaele Junior, che ha perso il lavoro.
Raffaele CutoloRAFFAELE CUTOLO
DI' A ZIA ROSETTA DI PARLARE CON CESARO
Cutolo le suggerisce di rivolgersi a "Zia Rosetta" (la sorella) per parlare con Cesaro: "Questo, ora, è importantissimo. Io non ci ho mandato mai nessuno, ma è stato il mio avvocato e mi deve tanto. Faceva il mio autista, figurati!". Apriti cielo! Acclarato che "Giggino ‘a Purpetta" è stato assolto in Cassazione dall'accusa di rapporti con i clan cutoliani, e che questa intercettazione non ha prodotto alcun risvolto giudiziario, la bomba mediatica ha lo stesso un effetto micidiale.
LUIGI CESAROLUIGI CESARO
L'ARMA DI ALFANO E CALDORO CONTRO COSENTINO
Cesaro, infatti, potentissimo ex presidente della Provincia di Napoli, coordinatore provinciale del Pdl, è stato "alleato" di Angelino Alfano, Stefano Caldoro e Mara Carfagna nelle ore infuocate della esclusione di Nicola Cosentino dalle liste elettorali. Il sodalizio tra Nick 'o Mericano e Giggino 'a Purpetta è andato in mille pezzi, dal punto di vista personale e politico, proprio nei giorni frenetici della compilazione delle liste. Nick è stato durissimo: "Cesaro mi ha tradito, è stato lui a farmi fuori". Per salvare se stesso dalla mannaia, Cesaro avrebbe scaricato Cosentino, diventando però anche il "re degli impresentabili". E adesso?
Angelino AlfanoANGELINO ALFANO
SILENZIO DI TOMBA DAL PDL
E adesso la patata, bollente assai, ed è nelle mani di Alfano, Caldoro, Carfagna e di tutti i "carini" che hanno puntato su Cesaro in funzione anti-Nick. Che dirà il Presidente della Regione, paladino delle "liste pulite", dell'intercettazione? E Alfano? Finora, silenzio tombale: nessuno difende Cesaro e nessuno lo attacca. Del resto, da Presidente della Provincia, Giggino 'a Purpetta ha "collaborato" proficuamente anche con il narcisindaco di Napoli, Luigi De Magistris.
CALDORO STEFANOCALDORO STEFANO
QUEL SODALIZIO CON DE MAGISTRIS
La Coppa America e l'emergenza rifiuti sono solo due delle vicende che li hanno visti a braccetto, Giggino 'a Manetta e Giggino a' Purpetta, non a caso sempre risparmiato dagli attacchi dell'ex Pm di Why Not. Che farà ora De Magistris? Azzannerà anche l'amico Giggino? O farà finta di niente? Ah saperlo...

LA REPLICA DI CESARO 
Cesaro replica dicendosi 'furibondo' non per quanto trasmesso ieri da Servizio Pubblico ma "perche' le intercettazioni, vecchie di due anni e del cui contenuto sono venuto a conoscenza come tutti solo ieri sera, in tutto questo tempo non sono state utilizzate dalla magistratura, nella quale ho sempre avuto massima fiducia, solo perche', evidentemente verificate,non dicevano nulla di penalmente rilevante.
NICOLA COSENTINO jpegNICOLA COSENTINO JPEG
Vogliono durante il periodo elettorale costruire un teorema che non ha basi ed ha l'unico scopo di buttare nuove ombre sinistre su di me e sul Pdl in Campania, una regione decisiva per la vittoria finale. Alla luce di tutto cio' - aggiunge Giggino - non credo che bisogna parlare di opportunita' rispetto alla mia candidatura ma piuttosto del linciaggio, delle aggressioni, delle offese che subisco da anni, nonostante sia uscito limpido da ogni indagine condotta nei miei confronti".
Mara CarfagnaMARA CARFAGNA
2-ROTONDI HA DOCUMENTI AMERICANI ANTI-CAV CHE SCOTTANO
A proposito di Campania: guai in arrivo per il Banana anche dal capolista Gianfranco Rotondi, che ce l'ha a morte con Berlusconi per aver fatto fuori dalle liste tutti i "nuovi democristiani". Rotondi, che ha fatto la figura del poveraccio, è imbufalito e prepara una bruttissima sorpresa al Patonza: dagli archivi della Dc sarebbero in arrivo documenti che proverebbero come Berlusconi venisse apostrofato con epiteti poco piacevoli da Gava e De Mita, che lo "palleggiavano" ai bei tempi della Balena Bianca. Non solo! Rotondi, nelle ultime ore, avrebbe incontrato non precisati emissari "americani", che gli avrebbero dato una bella dritta anticav, da mettere in giro subito dopo le elezioni....
Luigi De MagistrisLUIGI DE MAGISTRIS


giovedì 7 febbraio 2013

«Cutolo disse "Cesaro mi deve tanto, mi faceva da autista"»



Servizio Pubblico di Santoro in onda stasera 07.02.2013


(Corriere del Mezzogiorno) NAPOLI - I rapporti tra il parlamentare del Pdl, ed ex presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro e la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo sono al centro di un’inchiesta della trasmissione Servizio Pubblico di Michele Santoro (guarda), in onda stasera su La7. Nel servizio si racconta e approfondisce i rapporti tra il parlamentare Pdl e i vertici del clan, già al centro dell’inchiesta che portò, nel 1984, all’arresto di Cesaro che, dopo una condanna in primo grado, fu assolto in Cassazione dal giudice Corrado Carnevale.

INTERCETTAZIONE A TERNI - Ma, nell’inchiesta di Claudio Pappaianni, mette in luce rivelazioni che danno una nuova lettura della vicenda. In un’intercettazione ambientale del 2011 nel carcere di Terni – dove Cutolo è rinchiuso al 41 bis – il boss parla con la nipote. Cutolo apprende delle difficoltà di Raffaele Cutolo junior, fratello della ragazza, a trovare un lavoro. Don Raffaè, turbato, invita la nipote a parlarne con “Zia Rosetta”, sua fidatissima sorella. Le manda a dire di mettersi in contatto con Cesaro: «Questo, ora, è importantissimo. Io non ci ho mandato mai nessuno, ma è stato il mio avvocato e mi deve tanto. Faceva il mio autista, figurati!».

lunedì 4 febbraio 2013

Fu condannato per aver portato armi a Raffaele Cutolo, è candidato con il centrosinistra

Pistole e coltelil entrarono in carcere per un regolamento di conti della camorra del boss Cutolo
CASERTA - Le polemiche sui candidati "impresentabili" non si spengono e travalicano le regioni. Il Fatto svela la storia di Vincenzo Niro. Fu arrestato e condannato per aver portato armi in carcere alla camorra di Raffaele Cutolo, pistole e coltelli che furono considerati strumenti di morte dai giudici per i regolamenti di conti che all'epoca i clan non infrequentemente portavano a termine anche in carcere.
L'episodio di sangue 33 anni fa, l'arresto 29 anni fa, la condanna definitiva a 2 anni, con il giudizio della Cassazione, 27 anni fa.
Ora Niro, che in Rete è indicato con il soprannome di "cutolino", corre per l'Udeur nel centrosinistra con il Pd, l'Italia dei Valori e Sinistra Ecologia e Libertà nel listino del Molise, in buona posizione per essere eletto insieme con il candidato presidente del centrosinistra, Frattura.
domenica 3 febbraio 2013
fonte:CampaniaC'entro