mercoledì 24 luglio 2013

In rete una serie di articoli parlano di una raccolta firme contro il 41 bis per Cutolo, si tratta di una bufala?




Di seguito l'articolo riportato dalla testata giornalistica on line IlgiornaleLocale













Raffaele Cutolo
SAVIANO - “Raffaele Cutolo ha diritto a pagare la sua pena in un altro modo rispetto alla condizione di fatto da “internato” che vive attualmente al carcere dell’Aquila”. Così recita una parte della petizione rivolta al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri dal Centro Don Peppe Diana di Saviano. Una raccolta firme on line con cui si chiede al Guardasigilli di considerare la possibilità che ‘o professore, attualmente in regime di 41 bis, possa essere posto “nella condizione di potersi “riconciliare” totalmente con il passato in particolare con le vittime innocenti della sua storia criminale ed i loro familiari”.

Non è giusto, dicono i volontari del Centro Don Diana, che il padre fondatore della Nuova camorra organizzata, acerrimo nemico di Carmine Alfieri con cui ingaggiò una sanguinosa lotta per il controllo del territorio negli anni Ottanta, stia ancora scontando la sua pena al carcere duro, dopo avere trascorso “50 anni in carcere, dei quali 30 in isolamento”. Ha scontato la sua pe,a scrivono, ed ora deve potersi riconciliare con una storia criminale che è ormai negli annali.

“Il carcere senza riabilitazione e possibilità di rieducazione- scrivono- e’ solo una vergogna ed una vendetta sociale nei confronti del detenuto ed e’ contro ogni diritto umano quando di fatto diventa “internamento” senza garanzie giuridiche come il caso di Raffaele Cutolo, ex capo della nuova camorra organizzata negli anni 80, oggi ” convertito” senza giustizia”. Per questo chiedono con la petizione il “riaccertamento della pericolosita’ sociale e l’assegnazione a misure alternative al 41 bis” per l’ex ras della N.c.o.

La condizione di Cutolo, aggiungono gli estensori della petizione, è precaria dal punto di vista della salute; inoltre non è “inserito in nessun programma rieducativo e riabilitativo cosi come prevede il dettato costituzionale ed in situazione contraria di fatto alla giurisprudenza prevalente della corte europea di giustizia”. Vive da internato, nonostante si sia convertito sia alla Chiesa che alla “giustizia”. “Raffaele Cutolo oggi ha diritto- si legge nella petizione- come persona, alla possibilita’ di dimostrare che e’ cambiato e vuole rendersi utile alla societa’ pagando fino in fondo la sua pena e di dimostrare alla società democratica che e’ un uomo nuovo non solo perché ha pagato (circa 50 anni di carcere ,di cui 30 anni in regime di isolamento) ma anche perchè in lui vi e’ sicuramente oggi il germe di chi ha veramente compreso che il crimine non paga”.

Un altro giornale, Il Mediano.it, invece titola:

La denuncia. Fa più paura la camorra visibile o quella invisibile vestita da legalità?

22/07/2013
L
L'arresto di Cutolo
Nella città di Saviano, propongono una petizione per consentire a Cutolo la possibilità di interrompere il carcere duro. Analisi e domande sui giudizi populistici e sul rischio di dimenticare i reati.

Secondo la petizione con la raccolta di firme rivolta al ministro di Giustizia Annamaria Cancellieri, organizzata dal Centro Don Peppe Diana di Saviano, il boss Raffaele Cutolo, ha diritto a pagare la sua pena in un altro modo, non è giusto che stia ancora scontando la sua pena al carcere duro dopo aver trascorso cinquanta anni in carcere, dei quali trenta di isolamento.

La notizia ha scatenato reazioni differenti, c’è chi ritiene ignobile la proposta, c’è chi invece prende in considerazione l’idea con tolleranza. Va giustamente lasciato spazio alle libere interpretazioni di tutti i cittadini, conseguentemente poi, toccherà agli organi competenti valutare l’idea e affrontare l’eventuale procedura. La camorra è una cosa strana, spesso è un demone che si traveste da angelo. Una seria indagine ora andrebbe fatta non su Cutolo e sulle varianti che dovrebbero condurlo alla libertà, ma piuttosto, bisognerebbe capire bene chi sta dietro questa petizione. Qui c’è una domanda importante da fare, ma prima di farla è necessaria una premessa chiarificatrice. E’ troppo facile per i giornalisti, per i sociologi, per i “cavalieri” della legalità, ergersi a detentori della verità assoluta su ciò che è giusto in contrapposizione a ciò che è sbagliato.

Un mare di luoghi comuni populistici utili a distogliere l’attenzione dall’osservazione scientifica dei fenomeni. Ad esempio, Cutolo il cattivo lo conosciamo e tutti siamo pronti a crocefiggerlo, ma lo Stato che in quegli anni lo ha usato per miliardi d’interessi che aveva la politica del tempo? Di questo si parla poco. In molti di quelli che parlano e scrivono contro la camorra, c’è un’enorme dose di retorica, un giudizio forzato che all’istante ostracizza tutti coloro che non fanno parte della sacra cerchia della legalità. Ognuno dice la sua ed è tutto molto semplice, soprattutto se si tratta di crimine organizzato: si scrive contro la camorra, si giudica il boss e il gioco è fatto, l’intellettuale diventa eroe nel suo ruolo salvifico di difensore della giustizia e della moralità. Non sia anche quest’articolo un’ennesima tavola noiosa dei comandamenti.

Questa riflessione intende soltanto far suonare un campanello d’allarme, senza fanatismi e masturbazioni intellettuali attraverso narcisistiche condanne gridate a schiena dritta e petto in fuori, con tanto di indice accusatore. In questo caso c’è esclusivamente una volontà a definire un ragionamento comune, il ragionamento di tutte le persone dotate di un minimo di senso critico. Sulla base di ciò è forse il caso di pensare non tanto alla camorra e al suo comandante Cutolo, ma piuttosto a quei meccanismi che stanno alle spalle delle scelte elaborate dal crimine organizzato. Questa denuncia è un invito all’attenzione. Pur definendo che non esiste, nemmeno minimamente, il tentativo di voler calunniare il Centro Don Peppe Diana, che di sicuro è in buona fede e che agisce esclusivamente affinché sia garantita l’equità, bisognerebbe porsi alcune domande: qual è stata la scintilla che ha pilotato subdolamente l’origine di questa petizione?

Chi sta dietro questa scelta di carità cristiana che vede una petizione per salvare Cutolo? Chi sono i veri marionettisti di quest’atto di benevolenza e pietà? Il discorso è molto più ampio, qui c’è il rischio che non si tratti semplicemente della buona volontà di reinserire un imputato nella società. Qui c’è il rischio di sminuire il sangue delle vittime. Chi sta dietro di coloro che chiedono questa petizione? Siamo davvero sicuri che tutto ciò non sia pilotato da altre fonti vicine al vecchio leader della camorra? Forse la gente ha dimenticato chi è stato il fondatore della nuova camorra organizzata. Forse abbiamo dimenticato quanto è stato grande il suo potere e quali sono state le conseguenze politiche, economiche e sociali apportate da quest’uomo e dal suo “staff” negli anni gloriosi di quel sistema che ha condizionato direttamente o indirettamente la vita pubblica e privata di tantissime persone civili.

Non tutti ricordano la catena di morti generata dal potere di Raffaele Cutolo, un carisma talmente ampio da condizionare le scelte dello Stato. Ci sono stati momenti in cui era lo Stato che sottostava alle scelte di Cutolo, altri momenti invece, in cui “o’professore” non è servito più e quindi è stato fatto fuori, con tanto di arresto a vita con carcere duro. Esistono veri dubbi sulla cattiva condizione in cui vive il carcere il vecchio boss. Un uomo potente che non dice ancora tutta la verità o molto più probabilmente un uomo a cui non è consentito di pentirsi del tutto. Se parlasse Raffaele Cutolo, se dicesse realmente tutte le verità storiche, è possibile che molti esponenti del potere politico statale cadano dal loro pulpito di legali amministratori. E’ nel nostro istinto vedere ciò che vogliamo vedere.

La certezza della pena affinché non esistano precedenti emulatori, deve essere garantita con fermezza. Cutolo deve pagare totalmente e deve, indubbiamente, essere parte di un programma di riabilitazione sociale e rieducazione, così come dovrebbero pagare completamente tutti coloro che terrorizzano la vita e l’armonia collettiva. Tutti, camorristi, politi, governatori, ministri di Dio, eccetera. Bisogna fare molta attenzione dunque, sul rischio di collusione in questa scelta, andrebbero analizzate affondo le questioni: chi sta dietro questa valutazione? Quali sono i legami veri che intercorrono tra chi sta dietro la scelta di coloro che hanno proposto la petizione e i cutoliani?

Ecco, è questa la vera indagine che oggi andrebbe fatta. Appare davvero poco credibile che la decisione di questa petizione nasca in modo benevolo. Prima di garantire il riposo per Cutolo, bisogna pretendere che dalla sua bocca esca tutta la verità. Interamente. Dietro la faccia angelica di questa petizione forse esistono altre decisioni. Decisioni più grandi, studiate probabilmente a tavolino. Sarebbe dunque la prima volta che la camorra utilizza la legalità e la moralità esclusivamente per fini egoistici e criminali? Esagerazione? Allarmismo? Certo, esattamente come il fatto che nessuno sapeva dove si nascondeva Provenzano, così come sono tutte bugie quando si parla di legame tra Stato e mafia, così com’è un’esagerazione pensare che Falcone e Borsellino avessero intuito i legami tra politica e mafia.

Così come dovremmo credere che nessun amministratore politico era a conoscenza che dagli anni novanta si sotterravano rifiuti tossici nei sette ettari di terra a Caivano. Di quei veleni scoperti in quelle terre pochi giorni fa, sono tutti rimasti scandalizzati. Tutti politici in odore di santità che non erano a conoscenza di niente, e non dimentichiamoci inoltre che il ciuccio vola e che i regali a dicembre li porta Babbo Natale, senza sottovalutare inoltre che i bambini appena nati li porta la cicogna e che il topolino porta i soldini sotto il cuscino dei bimbi quando cadono i dentini di latte.

(Fonte foto: Rete Internet)